Cina, italiano a Shangai parla della dittatura sanitaria
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Italiani a Shangai: cosa è la dittatura sanitaria cinese

Bandiera Cina

Il governo cinese continua ad insistere con la strategia fallimentare Zero Covid nonostante quello che sta accadendo a Shangai.

La città più colpita da questa nuova ondata di Covid19, Shangai è stata sottoposta ad un rigido lockdown secondo la strategia di Xi Jinping Zero Covid che però si è rivelata fallimentare. Tra i tanti abitanti di Shangai costretti a stare in casa ci sono anche dei cittadini italiani. Un italiano ha raccontato la sua esperienza a Controcorrente.

La Cina sta cercando di controllare e contenere la diffusione del Covid con test di massa e isolamento forzato e ferreo. Sono 350milioni le persone costrette in lockdown totali e parziali in 46 città. Ma questa strategia ha evidenti punti fallaci perché i contagi continuano ad aumentare. Un italiano a Shangai Cris Busetti racconta che è difficile anche procacciarsi il cibo. “Il delivery non funziona, il cibo non arriva nelle case si compra al doppio o il triplo del prezzo normale, ci sono alcune persone che hanno scelto di vivere per strada per fare i corrieri” racconta l’italiano.

Nonostante le proteste per le strade, represse violentemente dalla polizia, e dai balconi, Shanghai continua ad essere blindata. Non si può entrare né uscire e il commercio fatica. Le porte dei condomini sono sigillate dall’esterno. Nessuno può uscire e lasciare l’abitazione. I tamponi di controllo vengono effettuati due volte al giorno. Gli animali domestici vengono sottratti ai proprietari, chiusi in reti, uccisi o lasciati morire di stenti.

Bandiera Cina
Bandiera Cina
Leggi anche
La Finlandia pronta alla Nato e pronta a combattere

Le testimonianze degli italiani dalla Cina

Molti video che sono girati sul web sfuggendo alla censura cinese hanno mostrato come i positivi, anche se asintomatici o minori vengono strappati dalle famiglie e dalle abitazioni, prelevati con la forza e portati nei centri Covid. “Ho vissuto in un centro Covid per sei giorni, – racconta un altro italiano Alessandro Pavanello – ero a stretto contratto con altre centinaia di persone in un ambiente molto rumoroso, con scarsa igiene e con luci accese 24 ore su 24″.

Cresce il dissenso tra la popolazione cinese contro il regime di Xi Jinping ma questo fatica ad emergere a causa della censura e del forte controllo sui mezzi di informazione.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2022 15:23

La Finlandia pronta alla Nato e pronta a combattere

nl pixel